Ludovico Lazzarelli Testi scelti a cura di Mirella Brini in:
Testi Umanistici su L'Ermetismo, ed. E. Garin, M. Brini, C. Vasoli, C.
Zambelli, 1955.
"Studio a Campli sotto Cristoforo da Montone; poi con Eligio Calenzio;
indi, dopo alcune peregrinazioni - dalla corte di Fr. Colozio (al cui
nipote dedico il "Bombyx") a quella in Atri di Matteo Acquaviva - il
mecenatesco principe, accademico pontaniano ed editore delle opere dei
due maggiori poeti della corte napoletana, il Pontano e il Sannazzaro
- passo due anni a Teramo, presso Giannantonio Campano, ed ascolto poi
a Venezia le lezioni di Giorgio Merula, allievo del Filelfo e di
Gregorio Tifernate. Nel '469, per le raccomandazioni di amici veneti,
fu incoronato poetta da Federico II. Nel catalogo delle opere che il
Lancillotti fa seguire alla biografia del Lazzarelli, si trova, in
aggiunta alla segnalazione di dieci Egloghe di cui, secondo la
biografia lasciata dal fratello Filippo Ludovico sarebbe stato autore
("quae quidem mystice et allegories praecipua Salvatoris Mysteria
continent... "), una ipotesi che presume assai delle qualita
artistiche di quello: "Nonne Sannazarius, quae Lazzarelli fuere
carmina, plagiarius sibi adscripsit illa (le egloghe citate) in libro
de Partu Virginis. De hac re videantur alii; suspicio quidem non
abest, nec quaerenti deerunt aliquales probationes". " |
Translated by Ross Gregory Caldwell:
Studied at Campli under Cristoforo da Montone; then with Eligio Calenzio; afterwards, following some wanderings from the court of Fr. Colozio (to whose nephew he dedicated the “Bombyx”) to that of Matteo Acquaviva in Atri the patron-prince, Pontanian academic and editor of the works of two major poets of the Neapolitan court, Pontano and Sannazzaro passed two years at Teramo, near to Giannantonio Campano, and then in Venice hearing the lectures of Giorgio Merula, student of Filelfo and Gregorio Tifernate. In 1469, on the recommendation of Venetian friends, he was crowned poet by Frederick III. In the catalogue of his works which Lancillotti made following the biography of Lazzarelli, there is found, in addition to the notice of the ten Egloghe of which, according to the biography left by fratello Filippo, Ludovico would be the author (“which indeed contain especially mysteries and allegories of the Mysteries of the Savior”), a hypothesis which overestimates enough his artistice abilities: “Is Sannazarius which songs Lazzarelli wrote plagiarizing himself when he wrote them (the cited Egloghe) in the Book of the Birthing of the Virgin? Such things have been seen in others; such a suspicion is not lacking, nor is other kinds of evidence lacking.”
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P.O. Kristeller, pp. 225-6 (Kristeller gives a few names of persons, which had to do with Lazzarelli, beside the names which are already given by Mirilla Brini the names of Giulio Cesare Varano and Lorenzo Zane appear (see: Persons with contact to Lazzarelli).
"Chi e questo Lodivico Lazzarelli, quali furontoi suoi rapporti col Ficino e coll'Accademia platonica di Firenze, quali i suoi legami colla tradizione ermetica che lo spinsero a comporre un simile dialogo? Il Lazzarelli, uno dei numerosi umanisti minori del Quattrocento, compose anzitutto alcuni poemi latini, conservati manoscriti in varie biblioteche, fra cui uno intitolato Fasti Christianae religionis e un altro che descrive una giostra avvenuta a Padova nel 1466:
Fasti Christianae religionis, Vat. lat. 2853; il ms. visto alla Biblioteca di Brera dal Tiraboschi pare che non vi sia piu. De gentilium deorum imaginibus, Urb. lat. 716 e 717; Firenze, Biblioteca Nazionale, Nuovi Acquisti 272. Il de apparatu Patavini hastiludii si trova in parecchi manoscritti tra i quali si distingue il ms. Arundel 212 del British Museum, scritto per Giovanni Pirckheimer. Gli altri manoscritti seguenti mi furono segnalati dal Prof George Parks: Padova, Biblioteca Civica, ms. B. P. 795 (misc. s. XVI ex.); Parigi, Bibliotheque Nationale, cod. lat. 8372 ff. 21-41v (s. XV); Venezia, Biblioteca Marciana, cod. 4719 (misc. s. XV); Durham, Cathedral Library, Ms. Hunter 123 (s. XVI-XVII). Fu anche stampato a Padova nel 1629, edizione consultata da me in un microfilm speditomi dal Prof. Paolo Sambin della Biblioteca Civica di Padova. Un Carmen bucolicum sta nel ms. 13 della Biblioteca Milich di Goerlitz, cfr. E.E. Struve, Die italiaenischen und lateinischen Handschriften der Bibliothek des Gymnasium zu Gorlitz, Goerlitz 1836, p. 10 (comunicazione di Augusto Campana; manoscritto smarrito dopo l'ultima guerra). [Scrisse anche un Vademecum de alchimia e raccolse altri testi alchimici, materia nella quale egli fu istruito da Joh. Rich. de Branchiis di Borgogna dopo il 1495 (Ms. Ricc. 984, cfr. L. Thorndike, A History of Magic and Experimental Science, V, New York, 1941, pp. 533 sg.). Per il suo interesse alchimico v. anche sotto, Appendice all'art. 12].
In Kristeller's: Addenda et Corrigenda, he adds to this the footnote: "Ai manoscritti che contengono il de apparatti Patavini hastiludii del Lazzarelli bisogna aggiungere il ms. 1393 della Biblioteca Comunale di Verona (f. 1-21, cfr. G. Biadego, Catalogo descrittivo dei manoscritti della Biblioteca Comunale di Verona, Verona 1892, p. 37 n. 68"
Gli studiosi si sono occupati ben poco di lui, e quasi tutto cio che sappiamo sulla sua vita, lo dobbiamo allo zelo di un erudito locale del 1700, il Lancilloti, che curo un'edizione del suo poemetto didattico Bombyx e vi aggiunse una breve biografia basata su fonti antiche e un catalogo dei suoi scritti
(Ludovici Lazzarelli Septempedani... Bombyx... cum commentariis Ioanne Francisco Lancillottio a Staphylo auctore, Aesii 1765. Il Tiraboschi (Storia delta letteratura italiana, Firenze, 1807, vol. VI, p. 962) aggiunge poco a quello che dice il Lancillotti. Il Truffi (Giostre e cantori di giostre, Rocca San Casciano, 1911) ricorda il poema sulla giostra di Padova. Il Moro (Bibliotheca Picena, V, Osimo, 1796, pp. 235 sgg). ripete in gran parte le notizie gia date dal Lancillotti (devo l'indicazione di quest'opera a una fotografia delle pagine rispettive all'amico Dott. Augusto Campana di Roma). [Per altre indicazioni, cfr. anche U. Chevalier, Repertoire des sources historiques du Moyen Age, Bio-Bibliographie, col. 2783. Willibald Pirckheimers Briefwechsel, ed. E. Reicke, I, Monaco, 1940, pp. 144 sg. (comunicazione di Helmut Galliner)].
Nacque dunque il Lazzarelli nel 1450 a Sanseverino nelle Marche (percio si chiama Septempedanus), ebbe maestri Eligio Calenzio c il Merula, fu coronato poeta nel 1469 da Federico III, e visse poi in qualita di istitutore o di segretario ad Atri presso Matteo Acquaviv, a Teramo presso il Campano, a Camerino presso Giulio Cesare Varano e a Roma presso Lorenzo Zane, patriarca di Antiochia. Mori nella sua patria nel 1500. Stava in rapporti cogli umanisti napoletani (il Pontano e ricordato nel Crater Hermetis) e con quelli romani (specialmente col Platina e con Paolo Marsi)
(Cfr. per questi rapporti Arnaldo della Torre, Paolo Marsi da Pescina, Rocca San Casciano, 1903.) ma nulla fa supporre che egli abbia mai conosciuto i platonici fiorentini che non lo ricordano affatto nelle loro lettere. Sulle sue tendenze mistico-religiose il Lancillotti ci dice soltanto che "signo crucis spiritus immundos aliosque morbos pluries eiecit, futura vaticinatus est unde perversi homines virum sanctissimum magicis artibus instructum suspicati sunt" (Loc. Cit., p. 10). Il biografo afferma inoltre che egli ha studiato, oltre il greco, anche l'ebraico, la matematica e l'astrologia e ricorda una disputa pubblica avuta a Teramo con un Vitalis Hebraeus. Infatti il Lazzarelli nel Crater Hermetis cita ripetutamente autori ebraici e dimostra perfino una certa conoscenza della letteratura cabalstica che fu assai rara in quell'epoca e di solito si attribuisce all'unico Pico della Mirandola
(" ... cabalam vocant quod nomen nostro tempore apud quosdam cognitum esse cepit, eius tamen operatio si unum tantum excepero omnes penitus latet". (fol. 80 dell'edizione del 1505). ) Sulle tendenze ermetiche del Lazzarelli il biografo non dice nulla, ma nell'elenco degli scritti ricorda, oltre il dialogo Crater Hermetis, un'altra opera sua che si ricollega a questa tradizione, cioe una versione latina delle definizioni di Asclepio (Loc. cit., pp. 12 sgg.)".
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Extract from: Lamberto Donati: Le Fonti Iconografiche di alcuna manoscritti urbinati della Bilioteca Vaticana; in: Bibliofilia, Vol. 60, 1958
"Oltre ad avergli ispirato il poema, sembra che i "Tarocchi" abbiano addirittura influito sulla vita del Lazzarelli. Non soltanto egli fa parlare Calliope che gli comanda di cantare gli Dei ed i piu famosi personaggi dell'antichita, ma a sua volta si serve di Calliope come di messaggera per inviare le sue opere. Dei "Fasti christianae religionis" egli invi, almeno ebbe l'intenzione d'inviare, un esemplare a Sisto IV, a Ferdinando d'Aragona ed a Carlo VIII. Gli abbozzi, i rimaneggiamenti, le soppressioni e le varianti delle dediche e del testo si trovano nel Cod. Vaticano Lat. 2853. Gia il testo e una strana mescolanza di sacro e di profano, dove la Dea e pur sempre ispiratrice. Il Poeta ha una visione, 24b, innanzi ai templi chiusi gli appare la Dea" "Quis mihi sacrorum ritis memorando recludet? / Quis promet meritis mystica sacra modis? / Anxius his dictis suspensa voce morabar. / Virgo mihi visa est plectra lyramque tenens, / Forte mihi placido in vultu iam nota fuisset. / Indignata feras traxerat ore notas. / Demisi vultum, vultu te errasse fateris, / Illa ait, en paulum frangitur ira mihi... " Ma non per questo la rampogna cessa: "Doctrinae nos esse gradus cecinisse recordor / Te quondam! caneres dum simulachra deum, / Ut bene tu nosti! de nobis vera ferebas. / Pervertit mentem quid tibi, nate, tuam? / Res canis ecce sacras. Rebus tibi favimus ipsis. / Nec sine tu nobis quid sapuisse potes. / Vertisti in sanctas res mentem... " e prosegue nominando pursempre le nove Muse che aiutarono il Poeta. Nell'accenno ai "simulachra deum" ed in tutta la rievocazione non e forse da ravvisare ancora una volta i nostri "Tarocchi"?
Ma c'e di piu. Quell'ibrida mescolanza di Paganesimo c di Cristianesimo che si rivela gia nei "Tarocchi " e vieppiu stridente nei "Fasti", massime nei capitoli preliminari della dedica nei quali il Poeta manda la stessa Calliope a portare il libro a Sisto IV, 2a:. " I, mea Romani sacras antistitis aedes / Musa pete et sanctos ante recumbe pedes". Dopo essersi schermita Calliope obbedisce e consegna il libro al Pontefice al quale dice, 3a: "Ante pedes sacros humilis figo oscula terrae, / Sixte, tibi immodici doque laboris opus. / Prisca canant alij vates et ficta sequantur, / Hic digesta deo tempora sacra leges... ". Nel Vat. Lat. 2853 questi Versi sono accompagnati da due miniature, quasi disegni a penna colorati, ne riproduciamo la prima, 2a (Fig. 31), nella quale si vede il Poeta che da l'incarico alla Musa, nella seconda, 3a, ella e inginocchiata innanzi al Pontefice al quale, tenendo sempre in mano l'archetto ed il violino, consegna il libro; in fondo e un paesaggio dove una quercia dai quattro rami intrecciati funge da stemma Della Rovere, ed ancor questa e pretesto al Poeta per rievocare gli Dei pagani: "Querquus erat prisco tempore sacra Iovi, / Nunc est sacra tibi! " Orbene, le cornici delle miniature sono esattamente eguali a quelle dei "Tarocchi", cornici che non hanno l'eguale nella calcografia antica e che certamente esistevano nella serie originale che il Lazzarelli possedeva. L'influenza dei "Tarocchi" si nota in altra e piu matura miniatura per la stessa opera nell'esemplare dedicato ad Alfonso I d'Aragona, colle solite rive tagliate a gradino. Nella seconda miniatura del Vat. Lat. 2853 Sisto IV ha l'aspetto giovanile; non e possibile da questa rozza composizione fissare la data del Codice, ma le differenze dei giorni pasquali, 43a, cominciano dal 1477, il Codice quindi non puo essere di molto posteriori al 1471, quando Sisto IV a 57 anni sall al Pontificato. La copia dei "Fasti" che il Lazzarelli mando a Carlo VIII, della quale il Lancellotti, p. 60-68, riporta i distici personali, deve essere alquanto piu tarda, perche costui sali at trono di Francia nel 1483. Per piu anni Calliope dove servire il Poeta, recarsi da questi e da quegli, inginocchiarsi col violino in mano, offrire il libro e ripetere le stesse parole..."
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Biblioteca picena, o sia notizie istoriche delle opere e degli scrittori ...
by Filippo Vecchietti, Tommaso Moro, published 1796 - A 3-4 pages biography of Lazzarelli in Italan language is given online, as transcribed below. The online edition offers also a 6-7 bibliography of the works of Lazzarelli with interesting details (p. 238 - 244), not included below.
LAZZARELLI (Ludovico), Di questo esimio poeta del secolo xv scrisse già la vita Filippo Lazzarelli fratel suo, che possedevasi ms. dal nobil uomo sig. co. Pomponio Lavinj di Sanseverino in un codice cartaceo io 4. (Note 1), e quindi, sebben' assai rozzamente, lo stesso pur fecesi dal di lui nipote Fabrizio, il di cui ms. era presso l'erudito P. Gentili, come si ha dal Boccolini (2), e dal P. Ruele (3). Nell'elogio, che si è fatto più sopra al nostro benemerito Lancellotti, si vide già , aver' egli pubblicato il Bombyx, ch'era una delle opere del nostro Lazzarelli, cui premise un saggio delle di lui gesta, tratto dalle vite preaccennate. A quello dunque riportandomi, dirò brevemente,
aver Ludovico sortito i suoi natali nella città di Sanseverino, com' egli stesso ci fa sapere ne' titoli delle sue opere, e se altri il chiamaron di Gubbio (4), ciò accadde per l'origine, che di là traeva questa nobilissima famiglia, come da lui risappiamo nella sua opera de Fastis &c. Mortogli nel tempo di sua puerizia il padre {che Alessandro chiamavasi, ed era medico rinomatissimo) la sua genitrice Lorenza Tosti nobile di Campi (5) nell' Abruzzo, seco là il condusse, ed ebbe ivi a maestri nelle buone lettere, e nella poesia i dotti uomini Cristoforo da Montone, ed Eligio Callenzio. Moltissimo essendo stato il profitto da lui fattone, acquistò riputazione in quelle
parti, per cui dal chiarissimo monsignor Giovanni Antonio Campani vescovo di Teramo fu scelto a precettore del proprio fratello: e siccome il Prelato dottissimo era , potè da lui molto apprendere Ludovico e nell' ebraica, e nella greca lingua, oltre alle gravi materie di filosofia, e teologia. Su di queste egli diede un bel saggio in una pubblica disputa con un' Ebreo assai dotto e profondo
per nome Vitale, che fu da lui costretto (per via d'argomenti tratti solo dalle dottrine e principj Talmudistici) a confessare l'adorabile mistero della Sma Trinità (6). Di Teramo passato a Venezia, ivi seguitò con impegno lo studio della lingua greca al magistero di Giorgio Merula, ed in quella nobilissima capitale acquistò la grazia di molti letterati. In occasione poi, che l'imperatore Federigo III nel suo viaggio a Roma fermossi a Porto Naone, vi si recò il Lazzarelli, e trovandosi
presso quel Monarca i Veneti ambasciatori Francesco Giustiniani, e Pietro Molin, che ben conoscevano il di lui distintissimo merito, fu da loro presentato a quel Sovrano, cui egli recitò un carme eroico, che incomincia: LAZ. 237 Expettata dici nobis nunc ecce refulsit &c.
Fu accolto con tale gradimento ed applauso il nostro poeta, che l'Imperatore volle con solenne pompa fregiarne il merito colla laurea, ed in tal funzione venne estemporaneamente recitata una eloquente orazione de laudibus Poesis & de dignitate poetica, la quale sebben dal P. Ruele voglia credersi parto del Lazzarelli (7), afferma Lancellotti esser di Giovanni Roth, già scolare di Lórenzo
Valla, ed allora segretario imperiale. Accadde una tal decorazione il di 30 novembre del 1469 (should be 1468), e Ludovico stesso (oltre a più altri) cosi ne parla ne' suoi Fasti al lib. XII.
Hac lux ante alias luces mi hi clarior anni
Nulla potest unquam gratior esse dies &c,
Hac luce intextam lauri de fronde coronam
Imposuit capiti Caesaris alma manus,
Et dixit : passim tua concine carmina fidens,
Te Vatem appellent seda futura sacrum.
Dimorò per qualche altro tempo in Venezia, donde chiamato a Camerino dal duca Ridolfo Varani (8), dovette in quella corte insegnare al di lui nipote Fabrizio, che divenuto vescovo della stessa città, fece poscia grandissimo onore al maestro colle molte opere date alla luce come vedremo a suo luogo. Vuole il P. Giovanni degli Agostini (9), che il Lazzarelli, presa strettissima amicizia e familiarità con Lorenzo Zane nobile Veneto, e Patriarca di Antiochia, e di più uomo assai dotto ed erudito, in sua compagnia se ne andasse a Roma per trattenersi presso di lui : ma non è noto il tempo, né le le circostanze di simile avvenimento. Certo è ch'egli fatto ritorno alla patria per assistere negli ultimi pietosi uffizj al moribondo suo fratello, il segui poco appresso colla sua morte, accaduta nel mese di luglio del 1500, nell' età essendo di 49 anni. Moltissime sono le testimonianze degli
autori di que' tempi, che rendono illustre il nome di questo scrittore, le quali essendo state distesamente riportate dal Lancellotii (10) si lasceranno qui sotto silenzio, passando intanto a dare il catalogo delle sue pregiatissime.
(1) La famiglia Lazzarelli era delle più nobili e ricche della città di Sanseverino, ed a quella appartenne la figlia Anna, moglie già del nominato sig. conte Pomponio.
(2) Dichiarazione di alarne voci del Quadrìregio pp. 273, 288, e 349.
(3) Scanz. XXII. pag. 125.
(4) Tondi Esemp. della Gloria p. 148. Giacobilli Bibl. Umbr. p. 184.
Vincenzo Armanni LettereTom. I. pag. 721, ed altri.
(5) Alia medesima si allude da Ludovico con quel distico, che leggesi ne' Fasti:
Me dulcìs, fateor, genuit Septempeda tellus,
Ardua sed Campli lac mihi terra dedit.
(6) Argumenta in medium a Lazzarellio proposito, habibìs in vita quam de Ludovico Philippus ejus germanus frater exaravit. Così Lancellotti.
(7) Scanz. XXIII. pag. 125.
(8) Lancellotti dice, che fosse Giulio Cesare: ma il canonico Turchi da lui stesso, citato nella nota a piè della p. 16 accenna, che fu il duca Ridolfo.
(9) Istoria de' Scrittori Veneziani Tom. I. pag. 188.
(10)Ivi dalla p. 20. alla p. 46
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(collected by autorbis)
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Lazzarelli talks with his muse Calliope miniature in Fasti Christianae religionis>
published recently
contains an own biography of Lazzarelli and the biographical text of his brother and other sources
INFO to the book
Hanegraaff: Sympathy to the Devil
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