1779 – ATLANTE TASCABILE E MINCHIATE
by Franco Pratesi, 01.10.2012

SUMMARY

I found an interesting book in the Riccardiana library, in Florence, (1) in which I had made some research many years ago. A detailed inventory was compiled in 1810 for the occasion of the sale of the library itself, so that one can trust that it is a true and valid catalogue. Now, it can be examined as a pdf file in the web pages of the library.(2) A title reported there for an old book, “2341 Baillou, e Rabatta, gioco delle minchiate geografico. Firenze 1779 in l6°”, clearly was a pleasant surprise to my eyes.
As soon as possible, I examined this curious book, which however has a different title. With the new title - and OPAC - I could find a second copy kept in the Faenza library. I continued my search with other web tools and found several entries, coming from experts of geography and cartography, rather than from playing card collectors and historians.
Once verified that this book was already known among the historians of cartography, I had to study whether this work was known to historians of playing cards too. The results are reported below. I apologise for writing them in my mother tongue. As often occurs, this has pros and cons: a certain disadvantage is that understandably I thus become much more verbose than usual; an advantage is that many people, who cannot read Italian, may simply check the figures and the bibliography below, and become less fatigued.
The conclusions are that this minchiate-atlas was known to card collectors, that it has been kept in a very low number of copies, and that it was hardly used, at the time of its publication, either as a pack of cards, or as engravings to be hung on the walls. Aniello Lamberti engraved the cards and was the most active in advertising the publication enterprise.

INTRODUZIONE

Fra le numerose usanze che hanno coinvolto le carte da gioco c’è stata anche quella di decorarle, se così si può dire, stampandoci sopra delle carte geografiche vere e proprie. Interi libri sono stati scritti su questo particolare tipo di carte, comprensibilmente piuttosto raro, ma che ha trovato ampio spazio fra i collezionisti, sempre in cerca di motivi fuori dal comune. Anche in questo settore Sylvia Mann ha avuto un ruolo pionieristico,(3) benché il suo merito maggiore sia stato quello di aver fatto (o almeno di aver cercato di fare) apprezzare di più, anche ai collezionisti, i mazzi di carte comuni.
Il particolare mazzo di carte in esame si presenta come un atlante tascabile,(4) noto agli storici della cartografia, come Vladimiro Valerio.(5) Una caratteristica di questo atlante è che è stato stampato solo sulla parte frontale delle pagine, almeno in quasi tutte le edizioni note, in modo che ogni pagina può appunto servire anche come la figura di una carta da gioco.
Il libro, di carte geografiche e da gioco, che descrivo in questa nota ha una particolarità in più: non riguarda un mazzo di 40 o 52 carte, o un altro numero comune, ma un mazzo delle minchiate fiorentine di 97 carte; la data e il luogo di stampa, 1779 a Firenze, corrispondono a un tempo e un luogo di ampio utilizzo di tale mazzo di carte.

1. NOTIZIE SUGLI ESEMPLARI ESISTENTI O DESCRITTI

Il formato ridotto dell’edizione comporta che è improbabile trovarne molte copie conservate nelle biblioteche. Considerando il particolare tipo di libro, esistono comunque indicazioni preferenziali per cercarne copie ancora esistenti. Il primo luogo dove cercare è ovviamente in biblioteche che conservino fondi antichi, a cominciare dalle principali biblioteche pubbliche fiorentine.
Passando poi alle biblioteche private incontriamo due diversi tipi di possibili collezionisti, oltre a quelli che conservano libri antichi in genere, o libri di dimensioni ridotte in particolare. Qui emergono le due caratteristiche distinte di questo libro: un atlante che interessa gli appassionati di cartografia, e di geografia in generale; un mazzo di minchiate, che ovviamente interessa i collezionisti e gli storici delle carte da gioco.
Se si passa dalle collezioni pubbliche a cercare in quelle private, è quindi possibile incontrare altri esemplari. Ne esistono, o sono esistite, anche copie in vendita. Tuttavia, da un punto di vista commerciale, risulta preferita un’usanza che di positivo sembra avere solo il tornaconto del venditore: mettere in vendita le carte singolarmente.
Una volta che il libro è ridotto a un insieme di pagine sciolte, nessuno oggi pensa a utilizzare queste pagine come carte da gioco. Nemmeno può essere sufficientemente interessante vendere queste carte da gioco sciolte, perché non ci sarebbero abbastanza collezionisti interessati. Invece, vendere singolarmente le carte geografiche può andare incontro ai cultori di storia locale, che quindi saranno proprio interessati ad acquistare, anche a prezzi altissimi, una antica carta geografica della loro regione, diventata un importante cimelio storico.
Probabilmente con un numero di pagine che si può contare sulle dita di una mano si raggiunge già la cifra che si sarebbe ottenuta dalla vendita del libro completo. Se alla fine rimangono carte geografiche invendute, di zone della terra di interesse oggettivamente minore, non sarà un grave danno, dopo i guadagni spropositati ricavati dalla vendita delle carte precedenti.
Prima di entrare nel dettaglio dell’opera, è utile una breve descrizione delle copie che si conoscono.

Collezione Spielkartenmuseum, Leinfelden-Echterdingen
Questo atlante non è stato trascurato nel lavoro citato di Mann e Kingsley:(3) «Alcune carte dell’atlante del Baillou sono riprodotte alle figure b e c della tavola XX, mentre l’atlante, attribuito all’incisore Aniello Lamberti, é descritto a p. 23, n° 11.»(5)
In seguito questo esemplare ha avuto la possibilità di diventare meglio noto agli appassionati delle carte da gioco, grazie all’interessamento dello Spielkarten Museum a Leinfelden-Echterdingen, vicino a Stoccarda, e in particolare dell’esperto Detlef Hoffmann, che ne ha dato notizia nei suoi libri.
Una prima occasione si ebbe con un’esposizione dei tarocchi del Museo, con l’aggiunta di alcuni esemplari, fra cui quello di interesse qui, prestati per l’esposizione. L’esemplare risultava prestato da Sylvia Mann di Rye, e da Rosemary e David Temperley di Birmingham. Un libro fu pubblicato per descrivere quella esposizione. HREF="http://trionfi.com/es53#footnote">(6a)/a>
La descrizione dello stesso esemplare, acquistato nel 1991 dallo Spielkartenmuseum, è presente anche in un libro successivo dello stesso autore.(6b) Si ricava che le carte di questo libro sono formate da più strati, mentre quella che si solito si presenta come la pagina bianca intermedia fra le carte stampate ha qui un motivo di croci nere su fondo chiaro.(7)
Dal Museo ho avuto conferma dei dati riportati e la notizia che il loro esemplare manca del frontespizio.(8)

Biblioteca Riccardiana, Firenze
Nelle biblioteche pubbliche di Firenze, peraltro assai ricche di fondi antichi, non ho rintracciato nessun altro esemplare, oltre a questo della Riccardiana(9), che ho potuto esaminare in dettaglio, come si vedrà in seguito. Questa è stata la prima copia di cui ho avuto notizia; più difficile è stata la ricerca degli altri esemplari e delle relative descrizioni e commenti.
Nessuno degli Atlanti che ho potuto esaminare è così completo come questo, non fosse altro che per l’interessante Avviso al Pubblico, inserito alla fine e rilegato insieme alle carte; si ritroverà alla fine.
La rilegatura è in cartoncino ricoperto di carta marmorizzata. In alto sulla costola si trova un’etichetta incollata col titolo, Nuovo Atlante, scritto a penna.

In questo esemplare non si notano timbri, nomi o note di possesso oltre a quelli della Biblioteca Riccardiana. Il fatto di trovarlo già elencato nell’Inventario del 1810 è comunque una prova di un suo precoce inserimento in queste raccolte fiorentine.

Biblioteca Manfrediana, Faenza
Dopo l’esemplare della Riccardiana, si trova, utilizzando OPAC, che un altro è conservato nella Biblioteca comunale Manfrediana di Faenza (RA).(10) L’indicazione aveva un errore nella data ora corretto.
La descrizione fisica (3, [1] p., [100] c. di tav. : ill., front., c. geogr. ; 12º) potrebbe indicare che anche qui si ebbe la stampa solo sulla facciata anteriore della pagina, caratteristica presente in diversi altri esemplari. Invece ho avuto conferma direttamente dalla biblioteca di una diversa impaginazione. Ad apertura di libro, si incontrano infatti alternativamente o due pagine con le carte geografiche o due pagine bianche. Evidentemente, più che il metodo di stampa, qui è variato il metodo di rilegatura.
Altre informazioni mi sono giunte dalla Biblioteca: «Il volumetto fa parte della Donazione Gioacchino Regoli. Costui fu giudice a Modena, bibliofilo e collezionista di ceramiche e di opere d’arte varia; nacque a Faenza l’11 settembre 1881, morì di sincope a S. Mamante il 22 novembre 1944. Ad eccezione dell’ex-libris di Regoli non vi sono altre note di possesso; la legatura è in pelle con piccoli fregi in oro sui piatti e sul dorso, in alto vi un cartiglio di pelle con impresso: Novvea atlas; le sguardie sono marmorizzate.»(11)

Newberry Library, Chicago
Un altro esemplare è conservato nella Newberry Library a Chicago.(12) Nei due diversi cataloghi della biblioteca sono indicate alcune particolarità di questa copia(13) e altre informazioni mi sono state comunicate dal curatore della sezione delle carte geografiche della medesima biblioteca.(14)
La segnatura e i riferimenti principali sono i seguenti:
Previously cataloged as Ayer 135 A7 1775.
OCLC 42679998.
Atlases in libraries of Chicago (1936) no. 677.
In particolare questo esemplare era privo di tre carte iniziali, per le quali sono state inserite delle fotocopie ricavate dal libro della Società Geografica Italiana.

Biblioteca della Società Geografica Italiana, Roma
Dall’articolo di Vladimiro Valerio ho avuto notizia di un esemplare a Roma presso la Società Geografica Italiana.(15) Probabilmente si tratta dell’esemplare che è stato segnalato per primo, almeno nell’ambiente dei cartografi.
La sua caratteristica principale, che lo distingue dagli altri di cui ho notizia, è che le carte sono stampate sia sul recto che sul verso; il che comporta anche ovviamente una corrispondente riduzione a metà dello spessore di questo libro rispetto alle altre copie.
Anche dalla Biblioteca della Società Geografica Italiana ho ricevuto qualche informazione in più: «Il volumetto è stampato sulle due facciate dei fogli; la copertina è in cartoncino. Vi è una dedica a penna: dono del Membro corr. Prof. E Teza ( ? ) ottobre 1905.»(16)

A - Collezione Crini, Firenze
Un altro esemplare risulta presente nella ricca biblioteca privata di un collezionista fiorentino di atlanti e carte geografiche. Era l’unico di cui aveva notizia Vladimiro Valerio,(5) oltre a quello che aveva potuto consultare a Roma presso la Società Geografica Italiana, al tempo del suo importante articolo di rassegna.
Lo stesso autore faceva notare come questo esemplare era stampato solo sulla facciata anteriore della pagine, diversamente da quello di Roma. In effetti, l’alternarsi delle pagine stampate e bianche è in questo caso dello stesso tipo dell’esemplare di Faenza, cioè con coppie di pagine bianche seguite da coppie di pagine stampate.
Il nome di Pietro Crini era indicato in quella rassegna, ma non a proposito del presente esemplare dell’atlante in questione. Di recente ho potuto avere la conferma che la raccolta era proprio quella, che avrebbe anche contenuto un ulteriore esemplare(17) e ho potuto prendere visione e raccogliere qualche informazione aggiuntiva su questo e sull’esemplare indicato successivamente.(18)
La rilegatura è di ottima qualità, in tutta pelle scura decorata in oro e con impresso sulla costola in alto: Nuovo Atlante, e in basso: 1779. Nella prima pagina troviamo scritto il cognome Romiti, evidentemente uno dei precedenti proprietari, di cui però non si sono conservate tracce. L’esemplare è entrato nella collezione una trentina di anni fa, a seguito di acquisto sul mercato librario.

B - Collezione Crini, Firenze
Questo esemplare è diverso da tutti gli altri, in quanto l’opera non è stata rilegata come libro, ma lasciata sotto forma di fogli sciolti. Quanti fogli? Non i circa 100 delle varie edizioni ma i 24 fogli originari, ricavati direttamente senza tagli dalle lastre di rame su ognuna delle quali erano state incise quattro carte.
Dire se questo esemplare è completo o meno non è immediato. Le carte qui mancanti sono quelle che nel libro costituiscono il frontespizio e un altro paio di carte iniziali, oltre alla figura del Matto, che sappiamo stampata a parte. (18) L’aggiunta di queste ultime carte, come quella delle pagine a stampa, non deve essere avvenuta in maniera omogenea, tanto che nei libri conservati sono in parte assenti, in parte inserite senza una posizione fissa, all’inizio o alla fine.
In questa copia, la coloritura è sbiadita o assente, molto meno viva che nell’esemplare rilegato della stessa collezione. Si tratta comunque dell’unico esemplare che ci permette di intravedere la terza possibile applicazione indicata dall’incisore, come vedremo in seguito: quadretti da appendere nei salotti dei Signori.

Collezione Pagliani, Milano
Questo esemplare è stato descritto in un libro(19) dedicato alla ricca collezione di atlanti di dimensioni ridotte raccolti da Paolo Pagliani a Milano. Purtroppo, insieme alla descrizione leggiamo la notizia che questo pezzo raro è stato rubato nel maggio 1998, insieme ad altri della collezione.
Dalla parte relativa della descrizione si capisce che la curatrice non aveva una benché minima conoscenza delle minchiate (cosa che di per sé non sarebbe troppo biasimevole): «Curiosa è la numerazione delle carte geografiche realizzata utilizzando, in luogo dei numeri, segni zodiacali, allegorie di vizi capitali e virtù teologali, bastoni, spade, coppe e denari delle carte napoletane». Un po’ meno perdonabile è però il seguito piuttosto sbrigativo della presentazione: «Niente si conosce dell’A. se non che egli fu attivo a Firenze nella seconda metà del XVIII secolo. Analoga considerazione si deve fare nei confronti di quest’opera che non viene segnalata nei repertori».
Su questo atlante era presente una dedica autografa, datata sempre a Firenze, ma nel 1882, quindi già un secolo dopo la stampa. Relativamente ad anni successivi c’era anche all’inizio il timbro di possesso della Biblioteca Antonio Limoncelli. Dovrebbe trattarsi per questo bibliofilo di un ingegnere napoletano (1888-1958), che raccolse una ricca biblioteca oggi dispersa ma assai importante a giudicare dai rari pezzi di interesse teatrale conservati.(20)

Carte in vendita
Immagino che ci saranno state diverse vendite di questo tipo. Personalmente, ho trovato su internet solo notizie dettagliate, e prezzi, di poche di queste. Si può cominciare con la carta dell’Irlanda, in vendita on-line mentre scrivo. (21) La carta con Corsica e Sardegna è invece presente in un catalogo di aste.(22)
Probabilmente se ne possono trovare facilmente altre del genere, ma una pagina mi sento di segnalare in particolare, anche perché posso indirizzarla a due diverse categorie di persone potenzialmente interessate, la prima, che non riesco a immaginare numerosa, di investitori alla ricerca di tesaurizzare parte di esorbitanti capitali, la seconda di appassionati che possono ricavare una certa soddisfazione semplicemente visionando un numero consistente di queste insolite carte, navigando in rete senza dover visitare lontane biblioteche.(23)

2. PARTICOLARITÀ DELL'ATLANTE

2.1 Formato

Nel Prospetto dell’Opera, stampato in tre pagine all’inizio del libro, almeno nell’esemplare della Riccardiana, si sottolinea il carattere particolare di questo Atlante che risulta molto più ricco di informazioni che i soliti atlanti di maggiore formato.
«Tolte le prime V. Carte, ciascuna dell’altre è divisa in due parti: nella superiore vedesi delineate la Carta d’una data Provincia, e nell’Inferiore una Tavoletta ove a colpo d’occhio vedesi la divisione generale, e particolare di quella Provincia, la di lei Pertinenza, e la Qualità del Governo : precedono ciascun distretto numeri arabici ripetuti nella Carta Geografica per ravvisarne la situazione ; come pure quella delle respettive Capitali, quali sono seguite da’ nomi degl’antichi Popoli abitatori corrispondenti di quei Distretti, e Città; indi per mezzo di alcuni Asterisci spiegati in una Tavoletta a parte apposti a ciascuna Città si conoscono le di lei qualità ex. gr. se sia Vescovado, se Presidiale, se in Piano, se in Monte, se alla riva d’un Fiume, ecc.»
Insomma, il nuovo atlante tascabile non si limita a presentare le carte geografiche: di solito queste occupano solo la metà del foglio, tipicamente quella superiore. In tal modo queste cartine, finemente incise, si possono considerare fra le più piccole stampate, se non le più piccole in assoluto. (Le cartine di atlanti di simili dimensioni sono infatti stampate di regola a tutta pagina, o su due pagine affiancate.) In ogni caso, le carte geografiche si presentano come incisioni colorate a mano in toni tenui di rosa, giallo e pochi altri colori.
A metà della pagina si incontrano i simboli che indicano di che carta da gioco di tratta; nella parte inferiore ci sono gli elenchi dei luoghi, con i tipi di governo e le informazioni sulle suddivisioni amministrative. Si tratta in effetti di informazioni che di regola non erano ricavabili dagli atlanti, anche di maggiori dimensioni. Non sempre lo schema indicato è rispettato rigorosamente. Qualche pagina mostra due carte geografiche senza le annotazioni solite; anche la ripartizione della pagina fra carta geografica e note non si ripete rigidamente e una delle due parti può essere assai più estesa dell’altra.

2.2 Impaginazione

Nell’articolo di Vladimiro Valerio(5) si faceva notare che la copia conservata a Roma era stampata fronte retro, mentre quella nella collezione private aveva le carte geografiche solo sul davanti della pagina. In tal modo, e solo in tal modo, sarebbe stato possibile di utilizzare le pagine come carte da gioco. Ebbene, quella particolarità che allora si riferiva a un esemplare su due, ora arriva ad almeno sette su otto, perché anche gli altri esemplari rintracciati sono stampati solo su una faccia del foglio.
Normalmente, quindi, ad apertura di libro si trova a sinistra una pagina bianca e a destra una con la carta geografica; nell’esemplare di Faenza e in quello della collezione Crini le carte sono rilegate in modo da comparire affacciate (come nell’esemplare di Roma), ma separate da una coppia di pagine bianche.

2.3 Corrispondenza carte geografiche e da gioco

Nella seguente tabella sono elencate tutte le carte del mazzo di minchiate, nell’ordine in cui appaiono nel libro della Riccardiana; per ogni carta (nei semi di BAStoni, SPAde, COPpe e DENari) è indicata la corrispondente carta geografica.























2.4 Descrizioni da parte degli storici della cartografia

La pubblicazione di Mann e Kingsley del 1972 è chiaramente di interesse sia in ambito cartografico, sia per la storia delle carte da gioco (è proprio nel secondo settore che Sylvia Mann ha avuto un ruolo pionieristico importante).
Come è avvenuto fra gli storici delle carte da gioco, anche in ambito cartografico, e geografico in genere, la notorietà di questo atlante particolare è rimasta piuttosto limitata. Fu per la prima volta preso in considerazione da Vladimiro Valerio nel 1988 (24) e dallo stesso autore nel 1990 in una importante rassegna; (5) da allora i progressi sono stati scarsi, come riconosciuto anche da Vladimiro Valerio, che non ha riportato maggiori dettagli in suoi lavori successivi. (25)
L’atlante risulta descritto brevemente in rassegne più recenti come quelle di King (26), e nel grande repertorio di Tooley. (27) Ne tiene conto anche van der Heijden, (28) per le regioni di interesse, Province Unite e Paesi Bassi, ma indica la presenza solo degli esemplari di Chicago, Leinfelden e Roma.

3. DISCUSSIONE

3.1 Atlante

Che il libro sia effettivamente un atlante è sicuro. Altrettanto sicuro è che come atlante non rientra fra gli esemplari comuni. Il termine foglio atlantico si usa in cartoleria per indicare il formato più grande disponibile per un foglio di carta, che oggi si chiamerebbe, credo, A2.
Se proprio per gli atlanti si utilizzavano, e interi, i fogli di carta più grandi in esistenza, è ancora più evidente che questo atlante è un oggetto fuori del comune. Non è però il primo di questo genere. Nello studio di Vladimiro Valerio (5) si indica in particolare una precedente edizione piuttosto simile, pubblicata a Parigi nel 1762. Il commento è che questi oggetti andavano incontro alla moda del tempo per oggetti minuscoli e di pregio. Nella collezione Pagliani (19) ne esistono parecchi, e ancora più ne esistevano prima del furto del 1998.

3.2 Minchiate

Ma se uno può capire la tendenza della moda verso oggetti fuori del comune come questi, cosa c’entrano le minchiate? Intanto, solo a Firenze (o almeno più che in qualsiasi altra località) si poteva pensare a quella strana combinazione minchiate-atlante.
Per uno storico delle carte da gioco, si pone il problema di capire se l’evidente analogia con un mazzo di minchiate era stata introdotta per usare queste pagine anche come carte da gioco, oppure si trattava solo di una specie di decorazione aggiuntiva per l’atlante.
Si può pensare che il nostro atlante non sia stato altro che il risultato di uno stratagemma per avere a disposizione un mazzo di minchiate eludendo qualsiasi controllo sulla fabbricazione e smercio, ed evitando qualsiasi tassa di bollo; di un mazzo di carte utilizzato come tale, salvo il trucco di camuffarle con un contenuto aggiuntivo solo a prima vista di carattere educativo.
Ci sono tuttavia diversi indizi a farci preferire l’interpretazione contraria, che si tratti cioè di un libro effettivamente pensato come atlante geografico, per quanto di formato insolito, e che l’associazione di ogni carta geografica a una carta delle minchiate abbia avuto sopratutto un carattere decorativo.
Se le carte geografiche non fossero state altro che una funzionalità aggiuntiva rispetto all’uso principale come carte da gioco, non ci sarebbe stata infatti nessuna necessità di comporle con tanta cura, sia nella finezza delle incisioni, sia nell’aggiornamento delle descrizioni, fino a comprendere zone scoperte negli ultimi mesi.
È anche vero che i tipici simboli delle carte da gioco sono sì presenti su ognuna di queste carte, ma in maniera troppo poco evidente per un comodo utilizzo da parte dei giocatori, abituati a “leggere” ben altre figure, disegnate a tutto campo e dipinte con colori vivaci.

3.3 Autori e loro contributi

Per capire meglio la situazione, è utile conoscere qualcosa di più sulle persone interessate al progetto: il barone Giovanni de Baillou, il frate Agostino da Rabatta e l’incisore Aniello Lamberti.

Giovanni de Baillou
Dati biografici essenziali si trovano anche nel “Dizionario biografico degli Italiani” (29). Di una nobile famiglia originaria delle Fiandre nacque a Livorno nel 1758 e morì a Firenze nel 1819. Fra i suoi interessi principali ci fu il teatro, ma si distinse anche in altri campi per la sua vasta conoscenza linguistica, i suoi studi di diritto e, in particolare, fu professionalmente stimato come geografo. Nel granducato toscano, ricevette incarichi ufficiali ad alto livello.
«Nel 1808, dopo l’annessione della Toscana alla Francia, venne chiamato dalla giunta straordinaria, stabilita con decreto imperiale del 12 maggio di quell’anno, a far parte della commissione per l’introduzione del sistema metrico decimale e a lui si devono le “Tavole di riduzione delle misure e pesi toscani alle misure e pesi analoghi del nuovo sistema metrico dell’Impero francese”. Si dedicò anche allo studio della metrologia dei Romani e dei popoli del mondo antico, e nel 1818 lesse all’Accademia dei Georgofili di Firenze, della quale era socio, una memoria pubblicata con il titolo “Delle misure agrarie e di capacità degli antichi Romani”.» (29)
 
Agostino da Rabatta
Per definire meglio l’attività di questo frate, bisognerebbe inserirsi nel contesto degli studi scientifici dell’epoca, che in Firenze videro notevoli progressi, anche in collegamento con i più recenti sviluppi parigini.
Diverse sue opere manoscritte sono conservate nel fondo Conventi soppressi della Biblioteca Nazionale. Per lo più sono testi di tipo didattico di argomento teologico e filosofico. Tuttavia, questo frate si teneva anche evidentemente al passo con i tempi. Il settore in cui probabilmente si distinse di più fu infatti quello… dell’aerostatica. Dopo esperimenti locali precedenti, all’arrivo dalla Francia delle notizie dei successi di Montgolfier, Agostino da Rabatta con un paio di confratelli realizzò dei prototipi di aerostati che destarono l’interesse di tutta la città, in un paio di manifestazioni di notevole successo.
Non è il caso di divagare oltre, una volta che già ci dobbiamo occupare di due settori diversi come il collezionismo delle carte da gioco e la cartografia. Limitiamoci a concludere che, come il de Baillou, anche questo frate faceva parte di un ambiente ricco di conoscenze scientifiche aggiornate, e forse con ancora più stretti collegamenti internazionali.

Aniello Lamberti
Delle tre persone interessate, il ruolo del Lamberti è il più specifico: nell’avventura dell’atlante tascabile ebbe il ruolo di incisore, che poi coincideva con la sua professione. Non mi risultano altri suoi interventi nel settore delle carte da gioco, e nemmeno degli atlanti.
Tuttavia, come incisore, il Lamberti ebbe una fama notevole e poté lavorare per le corti non solo fiorentina ma anche napoletana. Le sue incisioni commissionate per illustrare i giardini di Boboli e in seguito la reggia di Napoli e gli scavi di Pompei ebbero notevole successo. Insieme ad altri incisori contribuì anche a illustrare i bagni di Montecatini. (30) Oltre che nel campo architettonico e paesaggistico, la sua attività si esplicò nell’illustrare in maniera originale pubblicazioni di tipo scientifico.

Contributi degli autori
L’esame della descrizione premessa all’Atlante e soprattutto dell’Avviso al Pubblico conservato nell’esemplare della Biblioteca Riccardiana permette di capire qualcosa in più sul diverso ruolo degli autori dell’atlante. Il contributo dei tre autori era già abbastanza chiaro, anche se non rimane facile una distinzione fra il contributo di Giovanni de Baillou e di Agostino da Rabatta. Si può immaginare che il frate contribuisse di più alla parte descrittiva e storica e il de Baillou a quella cartografica vera e propria, ma ogni distinzione del genere è piuttosto discutibile. Invece è chiaro il ruolo del Lamberti, e non solo come incisore.
L’ipotesi più semplice è che i due esperti di geografia, e storia internazionale, dopo aver deciso di pubblicare il loro atlante si fossero rivolti a un incisore qualsiasi per andare in stampa. Invece, dalla pagine iniziali dell’atlante e soprattutto dall’Avviso al Pubblico si deduce che fu proprio il Lamberti l’animatore dell’iniziativa.
Trascrivo qui di seguito per intero l’Avviso al Pubblico, stampato in un foglio sciolto, di cm. 12x16, da distribuire fra le persone potenzialmente interessate ed eccezionalmente rilegato insieme alle altre carte, dopo averlo ridotto al medesimo formato grazie a una piegatura verticale e una orizzontale, alla fine dell’Atlante conservato nella Riccardiana.

3.4 Foglio di presentazione

AVVISO AL PUBBLICO
Aniello Lamberti Inc. Napoletano, e Compagni

Si fa noto à Nobili Soggetti della Letteraria Repubblica, e agli Studiosi delle belle Arti, come sarà presentato alla pubblica luce un nuovo Atlante di sole 97 Carte da gioco, volgarmente dette Minchiate, ad unico oggetto di vieppiù necessitare la Studiosa curiosità de’ Giovani all’intelligenza dell’Antica, e della Moderna Istoria nel metodo che segue.
Ciascuna di esse Carte, o Tarocco porterà espressa in Rame ne’ suoi gradi di Longitudine, e di Latitudine, la figura di una Provincia distinta, per un’esatta miniatura, in tutte le sue parti, e in ogni parte il segno di ciascheduna Capitale, quali parti si vedranno poi suddivise ne’ 4 Semi. Così il Planisfero formerà le Trombe, e i 4 Continenti le 4 Arie, co’ Geroglifici antichi, e moderni, sotto cui furono quelle Simboleggiate; in ciascuno di essi Rami saranno pure esattamente disegnati i Mari, i Fiumi, i Laghi, i Monti ec. co’ proprj nomi antichi, e moderni.
Nell’ altra metà inferiore del Tarocco sarà significata la qualità del Governo, col nome generale moderno, e antico della Provincia, ed il Monarca, cui questa appartiene: quindi successivamente, col suo titolo, il nome moderno, e antico di ciascuna delle di lei parti, siccome delle Capitali, cui precedono i numeri arabici confrontati nella figura del Rame, giusta la loro situazione . Saranno finalmente di ciascuna significate la situazione e le qualità, cioé Arcivescovadi, Vescovadi, Parlamenti, Presidj, Università, Fiumi, Valli, Monti ec. per alcuni Asterisci dichiarati nel Matto.
Di queste ne usciranno 8. o 12. alla volta per ciaschedun mese per consegnarli ai Signori Associati, e ciascuna Carta averà il prezzo di soldi cinque fiorentini, da pagarsi nell’atto della consegna, avvertendosi, che saranno a carico de’ medesimo le spese di porto, e gabelle ec. Per quelli che non sono Associati, per ogni carta dovrà pagarsi soldi sei.
Ed avendo fatto intagliare le suddette Carte quattro per Rame acciò i Signori Dilettanti non solo se ne possano servire per uso di Carte ma anco per adobbarsi Gabinetti, ò farsene libro tascabile. Avvertendo ancora, che fino a questo suddetto giorno ne sono usciti Rami 12 ed il sopraddetto Matto da se.
Si fa noto, che a tutti quelli che favoriranno di trasmettere le firme di dieci Associati, sarà data in dono una Copia della presente Opera. Le associazioni saranno prese da noi, e dag1’infrascritti nostri Corrispondenti.

Firenze, 9 Aprile 1780

  • Firenze: Gaspero Pecchioni, Giuseppe Molini, Antonio Fabbrini e Vincenzio Pagani.
  • Siena: Francesco Rossi.
  • Pisa: Agostino Pizzorno.
  • Livorno: Gio. Tommaso Masi, e Compagni, e Carlo Giorgi.
  • Lucca: Iacopo Giusti, e Francesco Bonsignori.
  • Bologna: Giuseppc Guibert, e Lelio della Volpe.
  • Genova: Pietro Paolo Pizzorno, e Agostino O1zati.
  • Palermo: Andrea Rapetti q. Antonio.
  • Mantova: Giuseppe Ferrari Pazzoni.
  • Milano: Giuseppe Galeazzi e Carlo Cetti.
  • Modena: Silvestro Abborretti.
  • Napoli: Domenico Terres, e Giuseppe M. Porcelli.
  • Padova: Gio. Batista Conzatti.
  • Parma: Filippo Carmigniani.
  • Perugia: Mario Riginaldi.
  • Roma: Bouchard di Gravier, e Francesco Poggiali.
  • Torino: Giacomo Raby.
  • Venezia: Gio. Batista Pasquali, e Giovanni Manfrè.

[Nota alla trascrizione: ho usato il grassetto per i dati lasciati in bianco sul foglio e aggiunti a penna. Per l’elenco finale, l’originale usa caratteri normali per la città e corsivi per i Corrispondenti.]



Commento all’Avviso
L’Avviso al Pubblico chiarisce diverse questioni. Una importante riguarda la data: il 1779 non fu evidentemente l’anno in cui fu stampato il libro-atlante, ma solo il suo frontespizio. I fogli furono stampati nei mesi successivi e nell’aprile del 1780 l’opera aveva raggiunto la metà dell’edizione. Probabilmente il taglio e la rilegatura avvenne in seguito a cura degli acquirenti: ciò può spiegare il fatto che i libri conservati presentano rilegature piuttosto curate, ma tutte diverse fra loro.
Il ruolo del Lamberti come protagonista principale dell’iniziativa, almeno dal punto di vista imprenditoriale-commerciale, risulta definitivamente confermato, anche se il de Baillou e Agostino da Rabatta sono indicati come suoi Compagni, evidentemente partecipi all’iniziativa come imprenditori soci. Noi sappiamo, d’altra parte, che i due soci “secondari” furono i veri autori dell’opera.
Abbastanza sorprendente può risultare l’elevato numero di città e di corrispondenti almeno potenzialmente interessati alla distribuzione. Probabilmente, ma non ho verificato l’ipotesi, si trattava di una rete di vendita già funzionante per iniziative simili.
Se si potesse giudicare il successo commerciale dell’impresa sulla base dei libri conservati, la conclusione sarebbe molto negativa e proverebbe che quell’impegno ragguardevole non incontrò la meritata ricompensa. Colpisce in particolare il fatto che non ne esistano copie nelle maggiori biblioteche nazionali di Italia, Francia, Inghilterra, e Stati Uniti. Tuttavia, è anche vero che i libri di piccolo formato sono quelli destinati a sparire per primi dalla circolazione, anche per la solitamente minore attenzione ricevuta in passato dai bibliotecari.
Di un certo interesse è anche il fatto che grazie all’Avviso al Pubblico siamo informati sulla maniera stessa di produrre l’opera, utilizzando lastre ognuna con quattro carte incise. Anche nel caso di stampe dalla lastra senza i tagli successivi, è ovvia la necessità di stampare su una sola faccia del foglio.
Insomma, solo nel caso che si fosse prefissato di ottenere come risultato finale un libro-atlante (e non una stampa da appendere o un mazzo di minchiate) si poteva stampare il foglio fronte retro; probabilmente ciò avvenne solo in un numero molto limitato di casi, in accordo con la rarità riscontrabile anche fra le copie conservate. Ancora più probabile mi appare l’ipotesi che non si sia mai stampato un foglio di carte fronte-retro ma che si sia ottenuto un risultato simile semplicemente incollando due a due i fogli già stampati.

CONCLUSIONI

Il libro qui descritto è insieme un insolito mazzo di minchiate e un altrettanto insolito atlante tascabile. Sono state raccolte notizie sugli esemplari esistenti e sui promotori dell’iniziativa che portò alla stampa.
In realtà ogni incisione era originariamente effettuata su una lastra di rame in cui veniva disegnata non una ma quattro carte. Gli stessi fogli, stampati singolarmente, avrebbero potuto essere utilizzati - oltre che per derivarne carte geografiche singole o carte da gioco - come stampe decorative da incorniciare e appendere alle pareti dei salotti, utilizzazione che probabilmente fu adottata in qualche caso, ma di cui non abbiamo notizia.
Mentre quest’opera ha un grande interesse per la storia della cartografia (non fosse altro che per il tempestivo inserimento di regioni appena scoperte, fra cui la Nuova Zelanda), l’interesse per la storia delle carte da gioco risulta limitato, se non come testimonianza di un insolito mazzo di minchiate. Per concludere così, bisogna però aver assorbito la lezione di Sylvia Mann, che cioè sono i mazzi ordinari, quelli meno ricercati dai collezionisti, a fornirci le informazioni più importanti; altrimenti, per qualsiasi collezionista di carte da gioco in cerca di pezzi rari, difficilmente si potrebbero proporre esemplari più desiderabili di questi.

Footnotes:

  (1) Ricciardina Firenze
  (2) Ricciardina Firenze, Inventory
  (3) Sylvia Mann, David Kingsley, Playing cards, depicting maps of British Isles, and of English and Welsh counties. Map Collector’s Circle n° 87, Londra 1972.
  (4) Giovanni di Baillou, Agostino da Rabatta, Nuovo atlante generale metodico ed elementare tascabile per lo studio della geografia ed istoria antica, e moderna arricchito di varie carte delle nuove scoperte, Firenze 1779.
  (5) Vladimiro Valerio, L’Universo, Vol. 70 N. 3 (1990) 298-353.
  (6) a) Detlef Hoffmann, Tarot - Tarock - Tarocchi. Dt.Spielkarten-Museum, Leinfelden 1988; b) Idem, Kultur und Kunstgeschichte der Spielkarte. Jonas, Marburg 1995.
  (7) Leinfelden-Echterdingen, Inv. Nr. 1991 – 25.
  (8) Annette Köger, Comunicazione Personale, Settembre 2012.
  (9) BRF 2341.
(10) Collocazione: R 2-1-16
(11) Fabiano Zambelli, Comunicazione Personale, Settembre 2012.
(12) VAULT Ayer G1015 .R33 1779
(13) Newberry Library. Dict. cat. of the E.E. Ayer Coll., Vol. 2, p. 510.
(14) Jim Akerman, Comunicazione personale, Agosto e settembre 2012.
(15) http://www.societageografica.it/index.php?option=com_content&view=article&id=15&Itemid=13
(16) Marina Scionti, Comunicazione personale, Settembre 2012.
(17) Vladimiro Valerio, Comunicazione personale, Settembre 2012.
(18) Pietro Crini, Comunicazione personale, Settembre 2012.
(19) Marina Bonomelli, Atlas minor : atlanti tascabili dal 16. al 18. Scheiwiller, Milano 2001.
(20) http://www.liveauctioneers.com
(21) biblio.co.uk/
(22) catalogue.drouot.com
(23) altegallery.com
(24) Vladimiro Valerio, The Map Collector, 45 (1988), 10-18.
(25) Vladimiro Valerio, Comunicazione personale, Settembre 2012.
(26) Geoffrey L. King, Miniature antique maps: an illustrated guide for the collector. Map Collector Publications, 1996 . pag. 159-160.
(27) R.V. Tooley’s dictionary of mapmakers Vol. A-D (1999) 70-71.
(28) H. A. M. van der Heijden, Oude kaarten der Nederlanden, 1548-1794: 1672-1794. Canaletto/Repro-Holland, 1998 - pag. 829.
(29) Treccani.it: Giovanni de Baillou
(30) Alessandro Bicchierai, Raccolta dei disegni delle fabbriche regie de’ bagni di Montecatini nella Valdinievole. Firenze 1787.














Franco Pratesi (Nov. 2011 - Oct. 2012)
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